Come sei entrato nel mondo del football e come sei arrivato poi ad essere il GM dei Guelfi Firenze?
La mia passione per il football nasce prima del mio arrivo ai Guelfi Firenze: mio fratello, undici anni più grande di me, ha fatto un anno di superiori in America, e quando tornò portò con se una copia di Madden per il Super Nintendo, e grazie al videogioco scoprii il football e mi innamorai dello sport. Dopo una decina di anni ho scoperto che a Firenze c’erano i Guelfi grazie ad un volantino trovato alla Gelateria Conti, lasciato lì probabilmente da Pippo Martelli, poi dirigente con me ai Guelfi, dopo una partita ai Ridolfi.
Iniziando a giocare poi iniziai a dare una mano anche per quanto riguarda il lato organizzativo, ecc, come succede in ogni squadra di football italiana dato che ero in un periodo in cui avevo del tempo libero e da lì piano piano il ruolo si è ingrandito arrivando a seguire anche la parte tecnica della prima squadra e diventando General Manager.
Guardando a questi anni con i Guelfi, quali sono i tuoi ricordi più belli per quanto riguarda la tua carriera da giocatore e quella da dirigente?
Da giocatore ce ne sono stati tanti di momenti belli, ma mi viene in mente una partita in seconda divisione, contro i Grizzlies Roma, dove il QB era Mingoli, e già prima della partita mi ero messo in testa che avrei voluto trovare un sack ed un fumble, anche perché dal gameplan avrei dovuto blitzare spesso, fatto sta che riesco a trovare il sack ed anche il fumble, proprio come me lo ero immaginato, e l’azione è stata poi conclusa con il recupero del pallone vagante da parte di “Luchino”, un ex giocatore di linea dei Guelfi. Questo però sarà l’ultimo mio anno da giocatore, quindi spero di doverlo ancora vivere il mio più bel ricordo.
Per quanto riguarda il lato dirigenziale il ricordo più bello è stato sicuramente l’ingaggio di Coach Briles, folle idea partorita con Fabrizio Bocci ed il Presidente Alessandro Dallai, ingaggio che ho seguito in ogni aspetto, dai primi contatti all’offerta vera e propria ed il momento migliore è stato quando durante una chiamata al telefono lui mi ha confermato che sarebbe venuto a Firenze, nonostante non avessimo ancora trovato un accordo sul contratto e sugli ultimi dettagli
Parlando proprio da GM, se tu potessi prendere un qualsiasi giocatore con cui magari hai giocato in passato, oppure che hai trovato da avversario in questi anni, chi prenderesti?
Domanda difficile, perché ce ne sarebbero tanti, ma ti rispondo Gheo (Giovanni Camilli ndr), con cui ho giocato solamente i primi anni, ma era un giocatore pazzesco, un capitano che ti sapeva trascinare dal primo huddle fino al fischio finale, il vero esempio di “sacrificare anima e corpo per la squadra”, giocava con una totale non curanza del proprio corpo, ed era uno di quei giocatori che in qualsiasi azione avrebbe potuto trovare il big play, con un fumble oppure un INT, e la “versione Gheo 2004-2005” la vedrei bene nei Guelfi di oggi
E invece per quanto riguarda magari anche gli Import ed il coaching staff, chi prenderesti o riprenderesti?
Riporterei Briles a Firenze, senza alcun dubbio
Guardando invece in casa Guelfa, se tu mi dovessi dire un giocatore su cui costruire il futuro dei Guelfi?
Casati secondo me è uno di questi giocatori, perché è veramente un talento, ma tutta le nostre giovanili sono un vanto ed un fiore all’occhiello per la società, grazie soprattutto all’ottimo lavoro di Guglielmo Perasole, come allenatore e soprattutto dirigente e responsabile del settore giovanile e Marco Fanni, subito disponibile a seguire come allenatore le giovanili insieme a “Pera”, e penso ci siano molti giocatori che potranno fare bene in futuro.
Allargandoci un attimo al movimento football italiano, cosa manca secondo te per arrivare al livello di altri campionati europei?
Penso che la prima mancanza sia proprio finanziaria, perché con investimenti importanti in pubblicità e comunicazione si potrebbe ottenere molta più visibilità per uno sport spettacolare come il nostro, con una visibilità che darebbe un ritorno diretto con l’arrivo di nuovi tesserati per le squadre giovanili e perché aumenterebbe anche la fanbase ed il numero di appassionati che seguono il football in Italia.