L’import difensivo dell’annata 2018 ripercorre i suoi passi con il giglio sul petto.
Una prima parte di stagione che lo ha visto dominare qualsiasi attacco, diventando uno dei fattori principali nel poker di vittorie degli Estra Guelfi Firenze nel Campionato Italiano Football Americano Prima Divisione, poi il primo infortunio, le due partite passate ad incitare gli amati compagni dalla sideline, il tentativo di rientro ed il definitivo stop ad un paio di match dal termine della regular season. Nonostante le sole 6 partite giocate, Nicholas Holshoe ha distribuito placcaggi in lungo ed in largo, chiudendo il suo 2018 con: 51 tackles (medaglia di bronzo fra tutti gli atleti del torneo), un intercetto, un calcio bloccato ed un fumble forzato. Per capire le sensazioni provate dal nativo del Michigan nel vestirsi di viola per gli Estra Guelfi Firenze abbiamo realizzato un’intervista con il diretto interessato.
51 tackles in 6 uscite, nessuno ha avuto una media comparabile alla tua:
“Secondo me il numero riportato descrive in maniera perfetta il mio amore per questo sport. Ad ogni snap muoio dalla voglia di fermare gli avversari e mi diverto un sacco nel farlo”.
Durante la stagione hai messo a segno un intercetto, è un numero che ti sarebbe piaciuto migliorare?
“In ogni cosa c’è l’opportunità di migliorare, ma penso che il mio unico intercetto nel 2018 sia il frutto della decisione di impiegarmi più vicino alla palla e meno in copertura sui ricevitori”.
Pensi che la tua carriera nel mondo del football sia giunta al termine o stai pianificando un rientro?
“Assolutamente no, la fiamma della mia passione per questo sport brucia ancora ardentemente”.
Dopo il tuo secondo infortunio hai dato il tuo numero a Martin Marcacci. Parlami del rapporto di amicizia che ti lega all’altra safety titolare dei gigliati:
“Martin è veramente una bravissima persona ed ormai siamo amici per la pelle, una cosa che vale praticamente per tutti i giocatori viola. Mi sono veramente goduto tutti i racconti ed i riti dello spogliatoio, mi sento veramente fortunato per aver avuto la chance di giocare assieme a tanta bella gente”.
Cosa hai imparato dalla #GuelfiFamily? Come ti ha cambiato questa esperienza all’estero?
“Ho imparato tante piccole lezione di vita ed anche un po’ di italiano. Durante questi mesi ho realizzato il vero valore della parola famiglia per questa organizzazione. Il football è uno sport di squadra ed i tuoi compagni sono una vera e propria famiglia, una lezione che non dimenticherò mai. Sarò per sempre grato alla dirigenza per avermi dato l’opportunità di indossare la maglia col giglio”.